La continua innovazione nei sistemi di produzione di nuovi materiali ha finalmente permesso l’istallazione nel nostro paese del primo impianto per la produzione della fibra di carbonio per la costruzione di aeromobili grazie ad un progetto congiunto tra CNR, Leonardo, Aviorec e Invitalia.

Il giorno 18 ottobre, Mae, leader globale nella realizzazione di impianti per la produzione di fibre chimiche speciali, ha inaugurato il primo impianto dimostrativo italiano per la produzione di fibra di carbonio, nell’ambito del progetto di ricerca e sviluppo Lampo (Leonardo Automated Manufacturing Process for Composite).

L’impianto è situato nel centro di progettazione e sperimentazione “Galileo” situato a Fiorenzuola. Il progetto Lampo è stato reso possibile grazie alla collaborazione strategica con Leonardo, alla partecipazione di Aviorec, al coinvolgimento del Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche, e al sostegno finanziario di Invitalia.

Finora, il nostro Paese, aveva importato la fibra di carbonio prevalentemente da Cina e Giappone. Il progetto di ricerca e sviluppo prevede investimenti complessivi per 42 milioni di euro, di cui 9,1 riconosciuti a Mae. È stato finanziato attraverso il Contratto di Sviluppo con risorse messe a disposizione dal Mimit, a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020.

Le agevolazioni concesse dall’Agenzia, nella forma di contributo a fondo perduto, ammontano complessivamente a 26 milioni di euro, dei quali 6,5 a favore di Mae. Inoltre, il centro di sperimentazione “Galileo” di Fiorenzuola ha richiesto un investimento di ulteriori 17 milioni di euro da parte di Mae.

Grazie a questo progetto, sono state poste le basi per produrre nel nostro Paese bobine di carbonio che potranno essere impiegate per l’industria civile dell’aerospace e dell’automotive, nonché nel campo energetico, rappresentando un notevole vantaggio strategico per il sistema Italia, paese tra i maggiori consumatori e trasformatori di fibra di carbonio al mondo.

L’obiettivo principale del progetto di ricerca e sviluppo è quello di sperimentare un potenziale modello produttivo attraverso l’implementazione di sistemi automatici per il rilevamento e la correzione dei difetti che possono verificarsi durante la produzione di materiali compositi a base di polimeri e fibra di carbonio, rendendoli di fatto più performanti.

Mae ha sviluppato ricette chimiche ottimizzate, anche con il recupero del 99,5% dei solventi utilizzati nei processi, garantendo prestazioni avanzate anche nel settore aerospaziale.

Automatizzazione delle tradizionali fasi di lavorazione del composito

Il composito in ambito aeronautico viene utilizzato per la realizzazione della struttura del velivolo (fusoliera, ali, stabilizzatore di coda). Grazie alle attività svolte nel progetto Lampo, le tradizionali fasi di produzione manuale di componenti in materiali compositi, in particolare gli stabilizzatori orizzontali e verticali, sono state trasformate in processi automatici. Gli stabilizzatori sono componenti essenziali degli aeromobili e l’automazione di tali processi è, quindi, cruciale per migliorare l’efficienza e la qualità nella produzione aeronautica. Inoltre, lo sviluppo di nuove tecnologie promosso in seno alle attività del progetto permette la riduzione delle tempistiche per la riparazione automatizzata dei compositi, migliorando anche la precisione.

La ricerca scientifica e l’industria: una collaborazione virtuosa

Il progetto Lampo costituisce un esempio di collaborazione virtuosa tra mondo della ricerca e mondo industriale. Gli istituti coinvolti del Cnr sono impegnati a rispondere ai bisogni del mondo industriale, declinando le loro competenze nello specifico settore di riferimento, cercando di interpretare le specifiche necessità dei sistemi di produzione e proponendo soluzioni versatili e flessibili, adatte alle esigenze. Le aziende, Aviorec, Leonardo, Mae hanno dimostrato fiducia nel potenziale della ricerca e questa lungimiranza ha mostrato i suoi primi frutti.

Ettore Stella coordinatore scientifico del progetto per il DIITET, riguardo questo traguardo: “l’inaugurazione dell’Impianto Galileo segna un passo avanti significativo nell’industria dei materiali compositi. Questi progressi non solo migliorano le prestazioni degli aeromobili e rendono la filiera di produzione più resiliente a shock geopolitici, ma dimostrano anche il potenziale della collaborazione scientifica e industriale nel guidare l’innovazione nel settore aeronautico italiano e globale.”